La Nostra Storia
La nascita della Cassa di Risparmio di Civitavecchia
Fino all’avvento di Pio IX la Cassa di Risparmio di Roma restò in tutto il Lazio un caso isolato. La situazione di Civitavecchia, per quanto riguarda l’aspetto creditizio, era analoga a quella di Roma negli anni ’20: ricorso al prestito privato usurario e in minima parte al monte di Pietà. Quest’ultimo operava in città fin dal 1702.
Pio IX il 13 febbraio 1847 incaricava il Gonfaloniere Felice Guglielmi di verificare se esistessero le condizioni necessarie per la realizzazione dell’ambizioso progetto. Felice Guglielmi costituì un apposito Comitato promotore, e indisse per il giorno 22 marzo 1847, alle ore 5 pomeridiane, nella sala comunale, l’adunanza di “tutti i cittadini che spontaneamente si erano sottoscritti”, al fine di procedere all’approvazione del Regolamento organico e alla elezione del Consiglio di amministrazione, il Comune e la Camera di Commercio, furono i due principali soci fondatori della Cassa. La seduta del 22 marzo si concluse con l’elezione del seguente Consiglio d’amministrazione: Presidente, Felice Guglielmi; Vice-Presidente, Giovanni Andrea Palomba; Cassiere, Giovanni Valentini; Ragioniere, Pietro De Filippi; Segretario, Luigi Arata; Sottosegretario, Gio. Batta Fraticelli; Consiglieri, Gaetano Lanata, Domenico Bartolini, Biagio Acquaroni, Nicola Guglielmotti, Donato Bucci, Lazzaro Cordelli. Negli atti ufficiali viene indicato, quale giorno d’inizio dell’attività, il 1° luglio; ma tale data è probabilmente convenzionale, mentre l’effettiva apertura degli sportelli dovrebbe essere avvenuta la domenica successiva alla riunione del 5 luglio nella quale il Consiglio comunale, con la sottoscrizione degli 800 scudi, aveva consentito di raggiungere i necessari 2000 scudi di capitale.
La legge 15 luglio 1888, n.5546, per la prima volta disciplinava in maniera organica le Casse di Risparmio italiane. La novità più clamorosa, almeno per le Casse fondate da società private, come appunto quella di Civitavecchia, era contenuta nell’art. 5, “Nelle Casse di Risparmio istituite da associazioni, la qualità di socio è personale e intrasmissibile”. Felice Guglielmi, suo nipote Giulio, gli eredi degli Arata, dei Calabroni, dei Palomba, dei Bucci e di tutti gli altri coraggiosi fondatori della Cassa di Risparmio di Civitavecchia vedevano mutare improvvisamente in modo radicale il proprio ruolo in seno all’istituzione. Poi, la Cassa non restò immune dalle ripercussioni della crisi generale, peraltro accentuate dall’apertura in città di una concorrente (almeno in parte) società ordinaria di credito: La Banca di Credito Agrario e Commerciale di Civitavecchia.
Tra gli strumenti utilizzati per superare la crisi, particolare rilievo assumono la riduzione dei costi di amministrazione e una più rigorosa politica del credito. Si deve aggiungere, l’apertura dell’agenzia di Tarquinia che consentiva di estendere il campo di azione della Cassa nella solida economia agricola della vicina cittadina.
Il ‘900 e la Seconda Guerra Mondiale
Nel 1912, con l’adesione alla neo nata Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane, l’Istituto pose le basi per un più deciso coinvolgimento nelle vicende del sistema Casse. Tale orientamento venne ulteriormente rafforzato dalla partecipazione alla costituzione dell’Istituto di Credito delle Casse di Risparmio Italiane, avvenuta nel 1921, e ancora, dalla unione in Federazione con le altre Casse di Risparmio del Lazio nel 1928. La fine del primo conflitto mondiale rappresentò per l’Istituto l’occasione per intervenire in modo attivo e concreto in soccorso della cittadinanza, provata dalle sofferenze della guerra. Le azioni sicuramente più significative furono realizzate nel settore del credito edilizio. Le numerose sovvenzioni accordate a privati e, soprattutto, la partecipazione al capitale di fondazione dell’Istituto autonomo delle Case Popolari, accompagnata dai larghi finanziamenti concessi a tale Ente, contribuirono, infatti, al sorgere in Civitavecchia di nuovi quartieri a beneficio dei cittadini meno abbienti. In questo periodo la Cassa rafforzò la sua presenza sul territorio attraverso l’apertura di due nuove agenzie a Tolfa ed Allumiere, nel 1922.
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Nel 1936 fu acquistata la palazzina di via Cencelle, n.14, dove era stata trasferita la Sede Centrale nel corso degli anni ’20, lasciando gli uffici di via Traiana. L’acquisto venne esteso anche alla palazzina gemella all’angolo fra via Cencelle e via Risorgimento.
Le conseguenze del primo bombardamento aereo su Civitavecchia, avvenuto il 14 maggio 1943, risultarono disastrose per la sede di via Cencelle. Nonostante ciò il servizio di sportello continuò ad operare, sebbene con una funzionalità notevolmente ridotta, fino al 24 settembre 1943, data in cui i Comandi Germanici ordinarono lo sgombero di tutta la zona litoranea. Il materiale contabile – amministrativo venne allora trasferito presso la sede di Tolfa, dove erano già stati accentrati i pochi valori che la Cassa custodiva ancora direttamente, dopo averne depositato la maggior parte presso altri Istituti ubicati in zone meno pericolose. Si riuscì, in tal modo, a garantire il funzionamento degli Uffici Centrali, che, in ogni caso, nell’aprile del 1944, in seguito all’estensione delle operazioni belliche all’entroterra, furono trasferiti presso l’Istituto di Credito delle Casse di Risparmio Italiane. Durante questo periodo continuarono comunque ad operare le agenzie di Tarquinia, Tolfa ed Allumiere.
La ricostruzione ed il boom economico
Gli anni ’70 ed ’80 furono caratterizzati da un intensa attività della Cassa sia nel campo del sociale e della pubblica utilità che, come più volte ricordato, rappresenta il tradizionale ambito di operatività dell’Ente, sia nel settore più propriamente creditizio. Per quanto riguarda il primo aspetto, si susseguirono le iniziative, a favore degli Ospedali di Civitavecchia e Tarquinia, a favore delle locali sezioni della Croce Rossa Italiana, a favore, ancora, di orfanotrofi ed asili, di enti assistenziali e di famiglie bisognose, di enti morali, di associazioni di volontariato e di comunità parrocchiali, diocesi e caritas diocesane. L’impegno profuso della Cassa in favore dei bisognosi si intensificò, poi, in presenza di particolari eventi calamitosi che colpirono le popolazioni del territorio di operatività. Particolare attenzione venne inoltre riservata agli studenti delle scuole locali, attraverso donazioni di materiale didattico e mediante una costante opera di incoraggiamento e di educazione al risparmio, svolta con la collaborazione del corpo insegnante.
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Nel 1986 furono portate a termine le opere di ripristino dell’archetto medievale di piazza Aurelio Saffi ed i lavori di illuminazione dei ruderi dell’antica rocca di Civitavecchia. Nello stesso anno venne riaperto il Museo Civico di Civitavecchia, dopo l’esecuzione dei lavori per la sistemazione della scala di accesso ai piani superiori, effettuata con il contributo della Cassa. Anche la città di Tarquinia potè beneficiare dei contributi che il nostro Istituto mise a disposizione per il recupero, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia
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Per meglio definire il ruolo e il funzionamento delle Fondazioni bancarie e il rapporto Fondazione – società conferitaria, fu successivamente emanata la Direttiva del Ministro del Tesoro Dini del 18 novembre 1994 che definì norme e criteri per la dismissione di una quota delle partecipazioni detenute dalle fondazioni nelle società per azioni dettò alcune importanti norme relative all’assetto organizzativo delle fondazioni e alle modalità di intervento nei settori istituzionali.
Con la direttiva Dini, quindi, venne resa manifesta la volontà del legislatore di pervenire ad una progressiva separazione fra l’Ente conferente e la società conferitaria e venne altresì affermata l’autonomia delle fondazioni nel campo del sociale, attribuendo ad esse un ruolo attivo da esercitare in maniera efficiente, attraverso l’elaborazione di valide strategie di intervento.
Dal 2002 l’Istituzione del Sociale del Territorio
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Per far fronte alle richieste di intervento sempre più numerose, e coerentemente con gli scopi di utilità sociale indicati nello Statuto, già nel 2003 gli ambiti previsti dal bando sono diventati 6, con la Sanità che è stata “scissa” in salute pubblica e medicina preventiva e riabilitativa, è stato introdotto il settore Volontariato, filantropia e beneficenza, mentre sono stati meglio precisati i contorni delle restanti aree di azione: educazione, istruzione e formazione; assistenza agli anziani; arte, attività e beni culturali.
Dal 2006, infine, con una scelta in linea con l’impegno profuso per l’Università a Civitavecchia, è stato istituito anche il settore della Ricerca Scientifica e Tecnologica.
In 5 anni, sono stati deliberati interventi per circa 9 milioni e mezzo di euro, la metà dei quali sono relativi all’impegno per l’Università a Civitavecchia. Solo nel 2006 sono stati impegnati per i progetti propri e di enti ed associazioni circa 2,9 milioni. E per il bando 2007 lo stanziamento è stato di oltre 1.600.000 euro, destinato ad intensificare gli effetti del circolo virtuoso del “sociale” innescato con la Cassa, sia dal punto di vista finanziario, con quote di utili crescenti di cui possono beneficiare gli enti e le associazioni no profit del territorio, che sotto l’aspetto dei rapporti al vertice: una rinnovata condivisione dei rispettivi obiettivi da perseguire ha consentito ai soci di fare affermare realmente la Spa come “la banca del territorio”, trasmettendo alle famiglie, agli enti ed alle imprese la percezione del “ritorno sociale” garantito alla comunità locale dalla crescita dell’istituto di credito, attraverso l’azione della Fondazione, che non si limita a finanziare i progetti dei bandi annuali, ma progetta e realizza propri interventi molto incisivi nei settori di propria competenza.
La nascita dell’Università a Civitavecchia
Otto anni dopo, in seguito all’avvio delle attività didattiche del Polo Universitario di Civitavecchia, istituito dal Comune con le Università “La Sapienza” e “La Tuscia”, la Fondazione ha erogato quel finanziamento (divenuto di circa 413 mila euro), determinante per consolidare il Polo, che in quel momento rischiava – per difficoltà di carattere economico – di dover sospendere i corsi attivi, con un enorme danno per tutto il comprensorio, per il quale l’Università rappresenta una grande opportunità di crescita culturale e sul piano della formazione delle nuove classi dirigenti.
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La nuova ala del palazzo è stata inaugurata all’apertura dell’anno accademico 2005-2006 dal Rettore della Sapienza, prof. Renato Guarini e dal preside della facoltà di Economia, prof. Attilio Celant.
Oltre all’impegno relativo alle strutture, l’ente nel 2006 tra i settori ammessi al finanziamento dei progetti nell’ambito del bando annuale ha inserito anche quello relativo alla ricerca scientifica e tecnologica, contribuendo all’istituzione di borse di studio per gli studenti più meritevoli di diversi corsi e sostenendo interessanti studi dei due atenei su vari aspetti della realtà territoriale, con ciò sostanzialmente provvedendo alla erogazione annuale di circa 130.000 euro.
Educazione, Istruzione e Formazione: per costruire un futuro migliore
Le scuole, ovviamente, sono i soggetti più attivi nella presentazione di progetti che riguardano tutto il territorio su cui opera la Fondazione, da Montalto di Castro e Tarquinia, fino ad Allumiere, Tolfa, Santa Marinella, Cerveteri e Ladispoli. Le iniziative sono soprattutto relative a laboratori linguistici, di archeologia ed informatici, corsi di formazione per varie figure richieste dal mercato del lavoro locale, centri di ascolto per il disagio delle diverse età, iniziative editoriali a beneficio dei detenuti a Civitavecchia, ricerche storiche sul territorio, fino all’istituzione, da parte del Liceo Classico “Padre Alberto Guglielmotti” del “Certamen Traianeum”, riservato alle ultime classi dei licei classici e scientifici di tutta Italia. Uno degli appuntamenti che la Fondazione mira a far diventare una tradizione, utile a promuovere l’immagine di Civitavecchia, richiamando ogni anno centinaia di ragazzi da varie parti del Paese, così come accade con la Fiera delle Imprese Formative Simulate organizzata all’Istituto di Istruzione Superiore Viale Adige. Tra i percorsi formativi post-diploma, si ricordano quello dell’Itis “Marconi” per “Assistant sound engineer”, articolato in più edizioni e su diversi livelli, e quelli dell’Itscg “Baccelli”, abilitanti per post diplomati ai sensi della normativa sui cantieri di lavoro. La Fondazione ha contribuito anche alla diffusione della musica classica nelle scuole, avvicinando e sensibilizzando gli studenti con il progetto del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, che ha realizzato presso il teatro Traiano una serie di concerti tenuti dall’orchestra dei maestri del Conservatorio. Ad Allumiere questo impegno si è invece concretizzato con il sostegno all’associazione “Amici della Musica”, che ha potuto realizzare un corso per i bambini delle scuole elementari. Sempre nel centro collinare sono stati ampliati e potenziati i laboratori didattici e scientifici del Museo civico, che si avvia così a diventare un centro culturale.
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Il Comune di Santa Marinella si è invece impegnato su azioni formative per l’assistenza familiare e, tramite il Consorzio Unisan, sono partiti corsi di primo soccorso per tutti i cittadini.
A Ladispoli la Direzione didattica del 240° Circolo ha aperto uno sportello di ascolto, realizzando corsi di formazione per docenti e corsi di lingue e di culture, oltre che una festa interculturale; mentre a Cerveteri il 1° Circolo didattico ha puntato sullo sviluppo della creatività dei bambini e sull’integrazione. La valorizzazione del patrimonio ambientale di Tolfa è stata invece al centro di un progetto dell’Istituto comprensivo del comune collinare. Su tutta la zona, infine, la Asl RmF ha promosso una campagna di informazione nelle scuole elementari sui rischi del fumo.
Da sempre in prima linea per il volontariato, la filantropia, la beneficenza e l’assistenza agli anziani
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Nel 2004 la Fondazione ha fatto proprio il progetto dell’Istituto Santo Volto di Santa Marinella finalizzato a realizzare una unità speciale di cura per soggetti affetti da patologie demenziali, tipo il morbo di Alzheimer, alla quale lo stesso anno è stato poi assegnato il Premio regionale all’Eccellenza in Sanità.
Arte e cultura, due fattori di crescita per le comunità locali
Numerosissimi i progetti finanziati, che hanno consentito di allestire mostre, realizzare libri e documenti multimediali sulla storia e la cultura del territorio, organizzare corsi, convegni ed incontri e recuperare opere d’arte di grande valore e spesso quasi sconosciute: è il caso, ad esempio, degli affreschi della chiesa di San Giovanni di Dio in piazza Calamatta, delle tele del 1600 restaurate nella chiesa del SS. Crocifisso a Tolfa o di 61 volumi del patrimonio librario custodito nella biblioteca del Centro di Simulazione e Validazione dell’Esercito (la ex Scuola di Guerra).
In quest’ambito rientrano iniziative proprie dell’ente, ormai divenuti appuntamenti tradizionali del panorama artistico-culturale locale: “Musica Estate”, giunto nel 2007 alla quinta edizione, che si propone di divenire un evento classico della stagione estiva del litorale, si articola in una rassegna di musica etnica che si svolge nel Forte Michelangelo ed in altri due spettacoli di danza e canto ospitati nella splendida cornice delle Terme Taurine. La seconda manifestazione è il “Concerto di Capodanno”, con il quale la Fondazione dal 2004 saluta insieme alla cittadinanza, nel Traiano gremito, l’arrivo del nuovo anno.
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Altre iniziative particolarmente apprezzate sono quelle dei concerti in Cattedrale nel periodo natalizio, con generi musicali diversi, ma sempre di altissimo valore artistico: dal Coro della Cappella Giulia della Basilica di San Pietro, al vocalist Harold Bradley, con il gruppo Gospel “St. John Singers”, in collaborazione con “Il cantiere dell’arte di Manziana”.
Nel filone di attività relativo alla conservazione ed al restauro del patrimonio artistico, è stato finanziato il restauro della cappella papale sita presso il Palazzo Camerale di Allumiere, risalente al 1777. Tra le iniziative finalizzate alla pubblicazione di testi per la divulgazione e la valorizzazione della cultura, della storia e delle tradizioni del territorio, va ricordata l’edizione del manoscritto del 1799 nel volume “Le 82 giornate di Civitavecchia”.
In campo archeologico, con particolare riferimento alle necropoli etrusche di Tarquinia e Cerveteri, dichiarate “Patrimonio dell’Umanità” dall’Unesco, la Fondazione ha sostenuto il progetto di restauro della “Tomba della Mercareccia”, presso la necropoli dei Monterozzi di Tarquinia. Il Nucleo Archeologico Antica Caere ha invece provveduto al recupero, alla valorizzazione ed alla tutela di un tumulo arcaico di dimensioni eccezionali inserito nell’area archeologica “Campo della Fiera”, a Cerveteri.
La “Merchant Bank” del sociale
L’ente è coinvolto in tutte le più rilevanti iniziative a carattere sociale, sia che provengano dal settore pubblico che dall’associazionismo delle onlus, senza contare tutti i progetti fatti propri dalla Fondazione stessa, che – come già illustrato in precedenza – si viene a trovare al centro di un articolato sistema del “no profit”, in cui diventa determinante la sua partecipazione a progetti degli enti pubblici e degli enti locali, non più in grado di far fronte con le risorse a loro disposizione, al fabbisogno sociale del territorio; e delle associazioni di volontariato, alla ricerca di mezzi con cui svolgere dignitosamente la propria importantissima funzione. È così che la Fondazione, nella sua opera di selezione dei progetti più meritevoli ed utili alle finalità dei vari settori di intervento, assume la funzione di una vera e propria “Merchant Bank” del sociale, in cui gli stakeholder, i portatori di interesse, finiscono per coincidere con le comunità stesse dei centri in cui l’ente opera.