Non un semplice taglio del nastro, ma un punto di partenza per riprendere un percorso a tratti anche travagliato, fatto di errori, troppi, ma anche di tanto impegno da parte di chi, fin dall’inizio, ha dimostrato di credere in questo progetto. Si può leggere in quest’ottica l’inaugurazione della nuova sede unica dell’Università, ospitata a piazza Verdi, nell’edificio che fino a qualche anno fa ospitava le suore del Preziosissimo Sangue e che oggi è stato completamente rinnovato e ristrutturato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Civitavecchia, benedetto dal vescovo Marrucci.
Quattordici mesi di lavoro per rimodulare gli spazi, su tre piani, rispetto alle esigenze del polo universitario e dei tre corsi di laurea attualmente presenti. ”Ripartiamo da tre – ha infatti sottolineato con entusiasmo il sindaco Pietro Tidei – abbiamo ridotto le facoltà rispetto alle sette da cui volevamo partire anni fa, nel corso del mio primo mandato. Ma vogliamo crescere, con pieno convincimento e con la sinergia tra istutuzioni necessaria per coinvolgere altri attori nel consorzi, rifondando il consiglio di amministrazione e aprendo a nuovi corsi. Siamo al centro del Mediterraneo e possiamo pensare a sviluppare corsi legati alla logistica e all’ingegneria del mare”.
In quest’ottica Tidei ha annunciato l’intenzione di coinvolgere altri atenei, come quello di Roma Tre. Finora, infatti, unico ateneo ‘‘protagonista’’ è La Tuscia, con il neo rettore Alessandro Ruggieri che ha sottolineto la necessità di aprirsi al territorio, evitando il pendolarismo anche dei docenti. ”Ci impegneremo a far lavorare qui persone giovani, anche come tutor, per farle crescere – ha spiegato – e garantiremo una formazione per i nostri ragazzi spendibile poi nel mondo del lavoro, sempre sul territorio. Serve coinvolgere banche, associazioni, ordini professionali per far crescere questo progetto”. D’altronde, lo ha ribadito anche il presidente della Fondazione Ca.Ri.Civ. Vincenzo Cacciaglia, le cose non sono andate come si era sperato. ”Già nel 1994 mettemmo a disposizione 800 milioni di lire – ha sottolineato – ma poi il progetto universitario non ha fatto quel salto di qualità che si era immaginato. Oggi è l’anno zero; da questa nuova sede occorre ripartire, convocando subito un’assemblea o un Cda, avviando un discorso sinergico con gli altri sindaci del comprensorio. Ad esempio ho già trovato la disponibilità del primo cittadino di Allumiere; là c’è una ex base Nato che si può utilizzare. Ma siamo pronti anche ad acquistare nuovi fabbricati anche qui per sviluppare il polo universitario.
Ovviamente bisognerà allacciare una rete virtuosa di relazioni con le scuole del territorio, per coinvolgere sempre più i nostri giovani”. Oggi gli studenti universitari possono contare su una sede unica, funzionale, facilmente raggiungibile, a due passi dal mare e con spazi adeguati alle loro esigenze. ”Abbiamo realizzato laboratori scientifici, un’aula computer, spazi a servizio di ragazzi e docenti – ha infatti spiegato l’ingegner Franco Passeri, che ha curato passo passo la ristrutturazione – ma i lavori alla struttura non sono terminati.
La prossima settimana partiranno quelli per il nuovo teatro, che sarà anche aula magna e centro polifunzionale per convegni e conferenze, a disposizione della città”.